L’eredità di Anna Maria Luisa de’ Medici tra pubblico e privato

Sabato 18 febbraio 2017, alle 11.30, nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, in occasione della ricorrenza commemorativa dell’Elettrice Palatina, il Sindaco Dario Nardella apre il convegno “L’eredità di Anna Maria Luisa de’ Medici tra pubblico e privato”, che prevede gli interventi di Cristina Acidini,  Stefano Casciu e Serena Pini. Nella Sala sarà esposto un ritratto di Anna Maria Luisa de’ Medici, Elettrice Palatina, lasciato in eredità alla Città di Firenze dalla Marchesa Zena Peruzzi de’ Medici.

Anna Maria Luisa de’ Medici figlia del Granduca Cosimo III, sorella del Gran Principe Ferdinando e dell’ultimo Granduca Giangastone, andò in sposa nel 1691 al principe Johann Wilhelm von der Pfalz-Neuburg di casa Wittelsbach, Elettore Palatino. Al suo ritorno a Firenze dopo la morte del marito, rimasta l’ultima rappresentante della dinastia medicea, per difendere il patrimonio artistico di Firenze impedendone la dispersione strinse con il nuovo regnante Francesco Stefano di Lorena una Convenzione, firmata il 31 ottobre 1737 e più nota come Patto di Famiglia, secondo la quale le opere d’arte raccolte dai Medici venivano consegnate al nuovo Granduca a condizione che rimanessero vincolate “per sempre” alla città di Firenze e allo Stato di Toscana. L’articolo III infatti recita: “di quello [che] è per ornamento dello Stato, e per utilità del Pubblico, e per attirare la curiosità dei Forestieri, non ne sarà nulla trasportato, o levato fuori dalla Capitale, e dello Stato del Granducato”.

Il Patto di Famiglia, confermato dall’Elettrice Palatina nel suo testamento del 5 aprile 1739, entrò in vigore alla sua morte, il 18 febbraio 1743, e salvò, quindi, dalla sicura dispersione la gran parte delle collezioni medicee che rendono Firenze ancora oggi unica al mondo.

Nel dipinto che sarà esposto nella Sala dei Gigli Anna Maria Luisa de’ Medici è ritratta con la corona elettorale, ma in abito nero: è possibile che sia stato realizzato al suo ritorno a Firenze dopo la morte del marito nel 1717, ma forse è ancor più probabile che si tratti di un ritratto postumo, forse un omaggio all’ultima dei Medici da parte di una nobile casata filo-medicea.