La Memoria della Grande Guerra in Toscana Monumenti ai Caduti: Pistoia e Provincia

Monumenti ai caduti, Pistoia e Provincia. La memoria della Grande Guerra in Toscana, a cura di Lia Brunori
Firenze, Polistampa, 2014 - INTRODUZIONE (PDF 185 KB)

La diffusione dei segni di memoria per i caduti della Grande guerra fu precoce in tutto il territorio pistoiese: per la sola Pistoia vengono prodotti tra il 1919 e il 1930 ben 32 lapidi e 17 complessi monumentali. La loro esecuzione coinvolse in prevalenza l’operato di artisti e artigiani locali spesso legati a ditte affermate da tempo, come le fonderie Vignali, Lippi, Capecchi, Pasquali, Pacini.
Le prime iniziative per l’edificazione delle memorie ai caduti furono promosse dai liberali e dalle associazioni ex-combattentistiche in stretto collegamento col mondo cattolico, cui ben presto si aggiunsero i componenti del partito fascista. Nell’area Pistoiese le prese di posizione ideologiche risultarono spesso contrastanti, manifestandosi con particolare veemenza, come nell’episodio di Cireglio, sulla montagna pistoiese. Qui nel 1920 fu scoperta l’unica lapide socialista dedicata ai caduti a cui seguì però, in alternanza, la formazione di un comitato per la realizzazione di un nuovo e più consono monumento, che fu inaugurato il 3 settembre 1922 alla vigilia della “marcia su Roma”. A sottolineare il nuovo corso storico,  nel 1923 la lapide socialista fu distrutta.  
Il tipo di memoria dedicata ai caduti nettamente prevalente in tutto il territorio pistoiese è quello della lapide semplice, anche se non mancano esempi di veri e propri monumenti.
L’iconografia delle lapidi è quella classica, con ricorso al simbolismo militare che moltiplica bandiere spiegate o raccolte, fucili, baionette e cannoni quali supporti per elmetti, croci o stelle simboleggianti la Patria. L’iconografia delle lapidi monumentali invece è antica e nuova al tempo stesso: spesso il protagonista è il fante ritratto ora in piedi equipaggiato per il combattimento, come quello di Pianosinatico, in cammino come quello di Valdibrana o drammaticamente colpito e cadente, come quello di Popiglio. In altra occasione, innovativa,  è una donna con un fanciullo a ricordare le vedove e gli orfani (Campiglio di Cireglio), ove la madre indica al figlio, assieme ai nomi dei caduti scritti nel libro di bronzo, quale sia il dovere di un figlio verso la Patria.  Il suo abbigliamento, la veste tagliata in vita e a mezze maniche, coi capelli semplicemente composti a nodo dietro la nuca, indica come le donne contribuirono alla guerra con il loro silenzioso lavoro.
Per approfondire in modo più esaustivo tale percorso si rimanda al citato volume.

Selezione di alcuni monumenti censiti nella pubblicazione (PDF 856 KB)

Note biografiche degli artisti (PDF 274 KB)