"Persone in maschera" #DOMENICALMUSEO

In occasione dell’apertura gratuita della #domenicalmuseo e con l’approssimarsi del Carnevale, il Museo offre anche visite guidate e  percorsi didattici per bambini incentrati sul tema della maschera in programma la mattina alle 11 e il pomeriggio alle 17.

La presenza di maschere nel mondo etrusco è nota fin dal VII secolo a.C. e a Chiusi assume un aspetto particolarissimo nella tipica produzione dei vasi canopi. Il canopo è un vaso funerario che serviva per contenere le ceneri del defunto, con un coperchio sagomato a maschera umana o a testa umana.

All'inizio si usavano maschere in bronzo o terracotta, e talvolta di sottile sfoglia d'oro, da applicare sulle ciotole che chiudevano i canopi. Successivamente si inizia a plasmare la maschera insieme al coperchio e, infine, si arriva a modellare teste a tutto tondo.

Sempre a Chiusi, nelle pitture della Tomba della Scimmia, compaiono tre strani personaggi, che partecipano a giochi in onore della defunta: hanno un aspetto grottesco, portano abiti succinti, con motivi a rombi, e buffi copricapi, indossano fasce in cuoio all'altezza delle articolazioni, ad indicare un loro coinvolgimento in giochi che prevedevano evoluzioni e dimostrazioni di abilità ginnica, mentre uno di loro suona uno strumento a fiato e appare impegnato nell'esecuzione di musica, quasi fossero giocolieri, danzatori o, forse, mimi. Risalta il colore rosso dell'incarnato dei volti, distinto da quello roseo del resto del corpo, e il nero delle loro lunghe barbe, che sembrano appese alle orecchie, come se fossero posticce: atleti e musico indossano verosimilmente delle maschere.

Figure simili, coinvolte anche in giochi sanguinari e crudeli, sono conosciute nelle tombe affrescate di Tarquinia, dove vengono indicate da un'iscrizione che le qualifica come PHERSU, che sembra traducibile con l'espressione di uomo mascherato, da cui PHERSUNA o, detto con i romani, PERSONA, che in latino significa, appunto, MASCHERA.

Dagli Etruschi attraverso l’Atellana (una farsa con personaggi fissi) e la commedia latina l’idea della maschera attraversa il Medioevo e giunge alla Commedia dell’Arte. Anche Arlecchino indossa una veste fatta di pezze cucite insieme e, con Pulcinella, ha spesso un bastone in mano: le loro maschere poi, sono sorprendentemente somiglianti a quelle etrusche.

Persona o maschera, essere o apparire, simulacro di essere umano o reale identità, al limite tra il mondo dei vivi e dei morti (c’è chi scrive che PHERSU sia riconducibile alla regina degli Inferi, Persefone, e Arlecchino al re dell'inferno di tradizione germanica, Hölle König): di fatto “persone in maschera”, forse partecipi di entrambe le dimensioni e pertanto in grado di superare i limiti oggettivi della dimensione umana, dilatandone i confini nello spazio e nel tempo.

Museo nazionale Etrusco
Via Porsenna, 93  53043 Chiusi (SI) 
Tel. 0578 20177