Per i giardini del passato, quale futuro?

Sabato 5 maggio 2018, alle 16, Stefano Casciu, direttore del Polo Museale e la direttrice della Villa medicea Cristina Gnoni Mavarelli presentano "Per i giardini del passato, quale futuro?" un incontro e un dibattito culturale aperto sulla conservazione, gestione e valorizzazione dei giardini storici con gli interventi di: Giorgio Galletti -  "I giardini storici dalla Carta del restauro a oggi", Damiano Remorini - "Alberi monumentali e Giardini storici" e Paolo Tinghi - "il Giardino della Villa medicea di Cerreto Guidi". Ingresso libero

"Quando si pensa alla conservazione dei patrimoni storici, artistici e culturali in genere si pensa quasi sempre ad oggetti ben definiti in grado di poter conservare le loro caratteristiche immutabili nel tempo  - sottolinea Paolo Tinghi -  È questo il caso tipico di architetture, pitture o sculture per esempio, che si possono anche degradare magari a causa dell’incuria dei loro custodi, ma che, se ben mantenute, possono rimanere per secoli e per millenni sempre più o meno uguali a se stesse.
Ci sono però dei patrimoni culturali che, per loro specifica natura, sono legati ad un ciclo temporale proprio e che pertanto non possono essere conservati nella materia che li forma, ma devono invece trovare la possibilità di perpetuare la loro forma e la loro sostanza nell’ambito di un più complesso procedimento che, attraverso un qualche complicato sistema di controlli e monitoraggi, sia in grado di attivare provvedimenti capaci di poter garantire il loro mantenimento.
Si tratta, per esempio, di tutti quei patrimoni storico artistici che hanno alla base della loro espressività alcune o tutte le componenti formate da materiali biologici e da organismi viventi. Ci si riferisce a quello che comunemente si definisce paesaggio in termini molto generali, ma soprattutto e in particolare ai giardini storici in termini molto più specifici.
I giardini, al pari di altri interventi umani, sono finalizzati ad organizzare lo spazio e quindi, quasi per definizione, sono operazioni che fanno riferimento alla sfera dell’architettura.
Nei giardini si utilizzano, ai fini della determinazione degli spazi, componenti vegetali viventi, le piante appunto, che sono sempre soggette a notevoli mutazioni formali e strutturali legate alla stagionalità, ma anche all’età e allo specifico proprio ciclo biologico.
È chiaro quindi che nella tutela dei giardini storici non è possibile conservare fisicamente la materia che vi si trova, ma è invece di fondamentale importanza definire, da parte del custode del giardino, l’oggetto della salvaguardia che si vuol mettere in atto e per quali fini si ritiene utile di attuarla. Sarà compito poi di un eventuale progetto di ripristino e di mantenimento definire le modalità attraverso le quali realizzare quanto richiesto."

Villa Medicea di Cerreto Guidi e Museo storico della caccia e del territorio
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